“Vorrei cambiare questo salotto. Quei mobili non mi piacciono più, il tavolino è da buttare, i divani li vendo su Ebay, il lampadario poi non ne parliamo…Se potessi cambierei tutto! Anche i colori…questi sono “vecchi”, mi piacerebbero altri colori!”

Quante volte ci è capitato di ascoltare queste parole o simili.

Che cosa vogliamo cambiare davvero?

Se approfondiamo possiamo renderci conto che alcuni oggetti ci legano al passato, ci riportano indietro a tempi e a persone che non ci sono più.

Ci riportano a situazioni che ci hanno ferito, a persone che ci hanno abbandonati, allora pensiamo che se togliamo quei mobili e quegli oggetti, se cambiamo il colore delle pareti, cancelleremo il ricordo, cancelleremo quelle persone, cancelleremo quel passato.

Ma lo cancelleremo davvero, non torneranno alla nostra mente i momenti e le persone che non vorremmo la popolassero?

 

I cambiamenti sono inevitabili, tutto cambia, tutto evolve.

Tutta la nostra vita è in continuo cambiamento anche se spesso, immersi nella quotidianità non ci rendiamo neanche conto che i nostri bisogni mutano, che ciò ci circonda non appartiene più a noi. Eppure, è sempre lì, sotto i nostri occhi.

Fino a quando arriva il momento in cui la nostra evoluzione interiore ha necessità di apportare cambiamenti anche all’esterno. Allora decidiamo di fare degli spostamenti, di togliere o di aggiungere, di cambiare la disposizione dei mobili oppure degli oggetti. Alcune volte li riponiamo in scatoloni in cantina, altre volte li buttiamo via, altre ancora cerchiamo di recuperarli cambiando colore o destinazione d’uso.

 

 

Questo accade solo quando l’interno e l’esterno sono in armonia, quando la nostra presa di coscienza di un disagio che viviamo nel nostro ambiente domestico è in sintonia con la nostra crescita, allora ciò che ci circonderà risponderà alla persona nuova che siamo diventati.

Tutto ciò necessita della nostra consapevolezza.

Non basta e non è sufficiente cambiare arredamento per sanare antiche ferite, occorre elaborare il lutto, la rabbia, la delusione per far pace con il nostro passato.

Dopo sì, possiamo cambiare arredamento e colori in casa, non perché abbiamo cancellato ma perché nella consapevolezza abbiamo accettato e superato.

Abbiamo compreso che siamo persone nuove con nuovi bisogni che esprimeremo attraverso ciò che ci circonda.

Teniamo anche presente che c’è anche una teoria sempre più seguita, quella del decluttering (da clutter, in inglese, che significa accumuli di cose) che consiglia di buttare il superfluo per liberare anche la mente.

Scatoloni impolverati con i quaderni della scuola, libri mai letti, vestiti che non si indossano da decenni. Fare una selezione e mettere nella spazzatura ciò che non serve, non vuol dire cancellare il passato, ma tenere solo i ricordi più importanti, liberandosi soprattutto di quelli “pesanti”, e guardare al futuro in modo più ‘leggero’.

Questo accade solo quando l’interno e l’esterno sono in armonia, quando la nostra presa di coscienza di un disagio che viviamo nel nostro ambiente domestico è in sintonia con la nostra crescita, allora ciò che ci circonderà risponderà alla persona nuova che siamo diventati.

Tutto ciò necessita della nostra consapevolezza. Non basta e non è sufficiente cambiare arredamento per sanare antiche ferite, occorre elaborare il lutto, la rabbia, la delusione per far pace con il nostro passato.

Dopo sì, possiamo cambiare arredamento e colori in casa, non perché abbiamo cancellato ma perché nella consapevolezza abbiamo accettato e superato.

Abbiamo compreso che siamo persone nuove con nuovi bisogni che esprimeremo attraverso ciò che ci circonda. 

Teniamo presente una teoria sempre più seguita, quella del decluttering (da clutter, in inglese, che significa accumuli di cose) che consiglia di buttare via il superfluo per liberare gli armadi, lo spazio e la mente.

Psicologicamente parlando questo ha a che vedere con la nostra capacità di “lasciar andare”, di separarci anche fisicamente da ciò che è ingombrante, che è un peso e una zavorra.

Sappiamo bene che in alcuni luoghi della nostra casa o negli armadi accumuliamo ed impiliamo oggetti, libri, vestiti, nell’attesa del tempo in cui ce ne occuperemo e li risistemeremo.

Sappiamo con certezza che questa è “una pulizia che andrebbe fatta, eppure attendiamo.

Scatoloni impolverati con i quaderni della scuola dei figli, libri mai letti, giocattoli dismessi, vestiti che non indossiamo da decenni, attendono un nostro intervento che tarda ad arrivare.

Perché? Che cosa ci trattine dal mettere mano a quei cassetti, ripiani o scatoloni?

Non è certamente una questione di tempo a frenarci, perché, lo sappiamo bene che il tempo si trova quando davvero lo vogliamo.

Sarà solamente quando i nostri bisogni interni, quando il nostro tempo interiore sarà in sintonia con quello esterno, troveremo il tempo. Il giusto tempo!

Allora faremo una selezione, che non ha nulla a che vedere con il cancellare il passato, ma riflette la nostra capacità di conservare i ricordi importanti, liberandoci di quelli “pesanti” e vivere un presente in modo “più leggero”

In questo caso possiamo affermare che davvero noi e la nostra casa cambiamo insieme!