Il blu è il colore della spiritualità, del rilassamento psichico e della meditazione.

l colore blu è associato a due delle più grandi caratteristiche naturali della Terra: il cielo e l’oceano. Ma non è sempre stato così. Alcuni scienziati ritengono che i primi esseri umani erano, in realtà, daltonici e potevano solo riconoscere il nero, il bianco, il rosso e solo successivamente il giallo e il verde. Di conseguenza, i primi umani senza alcun concetto di colore blu non avevano parole per descriverlo. Ciò si riflette anche nella letteratura antica, come Odissea di Omero, che descrive l’oceano come un “mare rosso vino”.

Nell’ambito del significato dei colori, gli psicologi del profondo associano il blu ed in particolare la sfumatura di azzurro, al rilassamento psichico, ad una moderata, lieve e superiore configurazione della vita, tant’è vero che spesso questo colore simboleggia la spiritualità e la meditazione.

In Europa, nel Medioevo e nel Rinascimento il blu era considerato un colore caldo e solo nel XIX secolo assume ufficialmente lo status di colore freddo.

Da una breve analisi sociologica è emerso che il blu è il colore preferito da più della metà della popolazione occidentale.

Il blu evoca sognolontananzainfinito ed infatti è emblematico che il cielo e il mare siano proprio di questo colore.

La lontananza suscita anche nostalgia e non è un caso infatti che il “blues” porti quel nome. La notte viene in genere rappresentata nei fumetti in blu piuttosto che nera.

In Canada e negli Stati Uniti l’uscita dagli uffici viene detta “ora blu”.

In Occidente nell’ambito del significato dei colori il blu rappresenta il colore della fedeltà e della fede. È anche il simbolo di pace tant’è che è il colore dell’ONU, dell’UNESCO e di altre grandi istituzioni.

È il colore del fresco, dell’acqua, nelle società antiche e medievali l’acqua era rappresentata in verde, e della sterilizzazione infatti viene usato in ambiente ospedaliero.

Evoca la nobiltà: “essere di sangue blu”.

Per secoli, a causa della difficoltà di tingere gli indumenti di blu, ha invece rappresentato un colore “del sotto-nero”, degli abiti scoloriti e slavati, oltre che da lavoro come quelli dei contadini.

Secondo gli scienziati il blu innesca negli esseri umani associazioni involontarie con il cielo, il mare, gli orizzonti lontani, le spiagge paradisiache e di conseguenza “giorni di relax”.

Questo colore inoltre incentiva le emissioni delle onde alfa del cervello, che favoriscono le intuizioni “geniali”.

Nell’ambito del neuromarketing si stanno sviluppando degli studi per individuare ciò che può stimolare i consumatori all’acquisto ed a questo proposito è risultato importante, ad esempio, la scelta di una particolare tinta nel packaging dei prodotti così come la nuance della tinta sulle pareti dei negozi. Il blu viene spesso scelto per l’interno dei negozi perché suscita una percezione di rilassamento inducendo nel cliente una sensazione di calma che lo accompagna nella scelta del prodotto.

Esistono colori nell’ambito della moda che sono diventati un marchio come il blu di Tiffany che è stato brevettato e che appare come un blu tendente al verde.

I prodotti che suscitano freschezza spesso sono rappresentati in blu ed è anche il colore convenzionale del web.

Gli antichi Romani non lo apprezzavano perché veniva associato ai barbari. Solo dal XII secolo la sua sorte cambiò e in pochi decenni iniziò a conoscere una notevole valorizzazione, diventando anche di moda nei tessuti, negli emblemi e nell’arte.

In questo secolo, la Madonna fu una delle prime immagini a vestire di blu.

Perfino sul piano linguistico, le lingue volgari diedero forma ad un ricco lessico al riguardo. Grazie a notevoli progressi tecnici i tintori cominciarono a poter riprodurre tonalità vivide di blu sui tessuti mentre i maestri vetrai riuscirono a mettere a punto il cosiddetto “blu Chartres” da applicare sulle miniature.

Successivamente la Riforma protestante, nel XVI secolo, lo favorirà ulteriormente in quanto farà acquisire al blu un titolo di colore “onesto”.

Nel XVIII secolo, intorno al 1706, venne scoperto il “blu di Prussia”, elaborato dal chimico prussiano J. Diesbbach, da cui il nome di Prussia. Questa particolare tonalità di blu, inizialmente utilizzata per tingere le stoffe, venne successivamente molto utilizzato in pittura. Così nel giro di pochi anni il blu di Prussia si diffuse a livello internazionale anche perché poco tossico e poco costoso. Questa invenzione fu rivoluzionaria in quanto per anni pittori e tintori avevano avuto difficoltà a produrre blu molto scuri utilizzabili su ampie superfici. Il difetto però del blu di Prussia è l’essere poco stabile se esposto alla luce.

Dopo la I Guerra mondiale questa sfumatura di blu venne molto usata per tingere gli abiti perché era un colore austero e dal costo moderato. Sempre in quest’epoca iniziò ad essere utilizzata per le uniformi e gli abiti di uso quotidiano, anche la tonalità del blu marino.

Blu jeans” fu un’espressione che iniziò ad essere utilizzata solo nel 1920, anche se già dal 1870 i jeans inventati da Levi Strauss erano tutti di colore blu. Il cotone denim utilizzato era tinto con l’indaco. A partire dagli anni ’80 del ‘900 i jeans perdono l’esclusività del blu diversificandosi anche in altri colori.

Il blu è stato inizialmente prodotto dagli antichi egizi che hanno capito come creare un pigmento permanente per le arti decorative. Il colore blu ha continuato ad evolversi per i successivi 6000 anni, e alcuni pigmenti sono stati utilizzati anche dai grandi maestri dell’arte per creare alcune delle opere più famose. Oggi continua ad evolversi, con l’ultima variante scoperta meno di un decennio fa. 

PSICO DESIGN | Blu
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Il Blu Egizio

C’è una lunga lista di cose per cui possiamo ringraziare gli antichi egizi per averle inventate, e uno di questi è il colore blu. Considerato il primo pigmento di colore prodotto sinteticamente, il blu egizio (noto anche come cuprorivaite) è stato creato intorno al 2.200 ac. Era costituito da calcare macinato mescolato con sabbia e un minerale contenente rame, come l’azzurrite o la malachite, che veniva poi riscaldata tra il 1470 e il 1650 ° F. Il risultato fu un vetro blu opaco che poi schiacciato veniva combinato con agenti addensanti come gli albumi d’uovo per creare una vernice o una glassa duratura.

Gli egiziani tenevano la tonalità in grande considerazione e la usavano per dipingere ceramiche, statue e persino per decorare le tombe dei faraoni. Il colore rimase popolare in tutto l’Impero Romano e fu usato fino alla fine del periodo greco-romano (332 ac-395 dc), quando nuovi metodi di produzione del colore iniziarono ad evolversi.

Curiosità: nel 2006, gli scienziati hanno scoperto che il blu egiziano emette luce sotto le luci fluorescenti, indicando che il pigmento emette radiazioni infrarosse. Questa scoperta ha reso molto più facile per gli storici identificare il colore su manufatti antichi, anche quando non è visibile ad occhio nudo.

Il Blu Oltremare

Tonalità molto intensa di blu, è uno dei colori più famosi della storia dell’arte.

Anticamente si otteneva dalla frantumazione del lapislazzuli, pietra semipreziosa estratta in varie località del vicino oriente. E, dato che per arrivare in Europa doveva attraversare il mare, fu definito “oltremare”.

È il blu dei cieli di Giotto, sebbene in alcuni casi l’artista abbia utilizzato la più economica azzurrite ottenendo un colore molto simile.

Il Blu Cobalto

Il blu cobalto risale all’VIII e al IX secolo e fu usato per colorare ceramiche e gioielli. Questo è stato particolarmente usato in Cina, dove veniva utilizzato sulle porcellane tipiche con motivi blu e bianchi. Una versione più pura a base di allumina fu scoperta dal chimico francese Louis Jacques Thénard nel 1802, e la produzione commerciale iniziò in Francia nel 1807. I pittori come JMW Turner, Pierre-Auguste Renoir e Vincent Van Gogh iniziarono a usare il nuovo pigmento come un’alternativa al costoso blu oltremare.

Fatto curioso: il blu cobalto è talvolta chiamato blu Parrish perché l’artista Maxfield Parrish lo ha usato per creare i suoi skyscap dipinti, intensamente blu.

Il Ceruleo

Originariamente composto da stannato di magnesio e cobalto, il blu ceruleo del cielo è stato perfezionato da Andreas Höpfner in Germania nel 1805 con la torrefazione di ossidi di cobalto e stagno. Tuttavia, il colore non era disponibile come pigmento artistico fino al 1860 quando fu venduto da Rowney and Company sotto il nome di coeruleum. L’artista Berthe Morisot ha usato il ceruleo insieme al blu oltremare e al blu cobalto per dipingere il cappotto blu della donna in “Un giorno d’estate” del 1879.

 Curiosità: nel 1999, Pantone pubblicò un comunicato stampa che dichiarava il ceruleo come il “Colore del millennio” e “la tonalità del futuro”.

Indaco

Sebbene il blu fosse costoso da usare nei dipinti, ma molto meno da usare per i tessuti, perché esisteva una alternativa. A differenza della rarità del lapislazzulo, a dare la svolta fu l’arrivo di una nuova tintura blu chiamata “indaco” proveniente da una pianta lasciata macerare, chiamata indigofera tinctoria, tipica delle regioni umide. 

L’uso dell’indaco per la tintura dei tessuti era molto popolare in Inghilterra ed era usato per tingere gli abiti indossati da uomini e donne di ogni estrazione sociale. L’indaco naturale fu sostituito nel 1880, quando fu sviluppato l’indaco sintetico. Questo pigmento è ancora usato per tingere i blue jeans. Negli ultimi dieci anni gli scienziati hanno scoperto che i batteri Escherichia coli possono essere utilizzati per produrre la stessa reazione chimica che produce l’indaco nelle piante. Questo metodo, chiamato “bioindaco”, giocherà un ruolo importante nella produzione di denim ecologico in futuro.

Curiosità: Sir Isaac Newton, l’inventore dello “spettro dei colori”, credeva che l’arcobaleno dovesse consistere di sette colori distinti per abbinare i sette giorni della settimana, i sette pianeti conosciuti e le sette note nella scala musicale. Newton sosteneva che fosse presente l’indaco, insieme all’arancio, anche se molti altri scienziati contemporanei credevano che l’arcobaleno avesse solo cinque colori.

Il Blu Navy

Formalmente conosciuto come blu marino, la tonalità più scura del blu, conosciuta anche come blu navy, era adottata come colore ufficiale per le uniformi della Royal Navy britannica ed era indossata da ufficiali e marinai dal 1748. Da allora le marine moderne hanno oscurato il colore delle loro uniformi quasi nero nel tentativo di evitare lo sbiadimento dovuto a sole e salsedine. La colorazione indaco era la base per i colori blu navy storici risalenti al XVIII secolo.

Curiosità: la prima è che la scelta delle marine militari del colore blu non fosse un omaggio al colore del mare, ma meno poeticamente perché su questo colore erano meno evidenti le macchie di sangue durante le cruente battaglie. La seconda curiosità è che tra le molte varianti del blu navy, è incluso il blu cadetto spaziale, un colore che è stato formulato nel 2007. Questa tonalità è associata alle uniformi dei cadetti nella marina spaziale; un servizio militare immaginario armato con il compito di esplorare lo spazio esterno.

Il Blu di Prussia

Conosciuto anche come Berliner Blau, il blu di Prussia è stato scoperto accidentalmente dal produttore di tinture tedesco Johann Jacob Diesbach. In effetti, Diesbach stava lavorando alla creazione di un nuovo rosso, ma uno dei suoi materiali, la potassa, era entrato in contatto con sangue animale. Invece di rendere il pigmento ancora più rosso come ci si potrebbe aspettare, il sangue animale creò una reazione chimica sorprendente, risultando un blu vibrante.

Pablo Picasso usò il pigmento blu di Prussia esclusivamente durante il suo Periodo Blu, e l’artista giapponese Katsushika Hokusai lo utilizzò per creare la sua iconica The Great Wave di Kanagawa, così come altre stampe nella sua serie di trentasei panorami del monte Fuji.  Il pigmento del blu di Prussia non è stato usato solo per creare capolavori; nel 1842, l’astronomo inglese Sir John Herschel scoprì che il blu di Prussia aveva una sensibilità unica alla luce, ed era la tonalità perfetta per creare copie di disegni. Come “blu degli ingegneri” viene infatti miscelato con un materiale oleoso e strofinato su una superficie metallica; questa viene a sua volta strofinata con un’altra superficie di riscontro e la rimozione del pigmento indica la posizione dei punti in rilievo. Quindi può essere usato per indicare la regolarità di una superficie o di un supporto

Curiosità: oggi il blu di Prussia viene usato in forma di pillola per curare l’avvelenamento da metalli.

International Klein Blue

Alla ricerca del colore del cielo, l’artista francese Yves Klein ha sviluppato una versione opaca del blu oltremare che considerava il miglior blu di tutti. Ha registrato l’International Klein Blue (IKB) come marchio e la tonalità profonda è diventata la sua firma tra il 1947 e il 1957. Ha dipinto oltre 200 tele monocrome, sculture e persino modelli umani dipinti nel colore IKB in modo che potessero “stampare” i loro corpi su tela.

Un fatto divertente: Klein una volta ha detto “Il blu non ha dimensioni. È oltre le dimensioni”, credendo che potrebbe portare lo spettatore fuori dalla tela stessa. Ma anche il famoso stilista francese Yves Saint Laurent fu rapito dal blu tanto da crearne una tonalità tutta sua: il Couleur bleu Majorelle. Nome che viene dal nome di Louis Majorelle, ebanista francese da cui lo stilista comprò la villa a Marrakech, dominata da un colore blu, che Saint Laurent chiamò appunto bleu Majorelle, il quale è anche un marchio depositato.

 Curiosità: gli artisti che intendono rappresentare la profondità della notte, non usano il nero puro, ma lo correggono con del blu, perché per le sue caratteristiche di assorbimento della luce da maggior profondità.

YInMn

Nel 2009, una nuova sfumatura di blu è stata scoperta per caso dal professor Mas Subramanian e dal suo studente Andrew E. Smith all’Oregon State University. Mentre esplorava nuovi materiali per produrre conduttori elettrici, Smith scoprì che uno dei suoi campioni diventava di un blu acceso quando riscaldato. Denominato YInMn blu, dopo la sua composizione chimica di ittrio, indio e manganese, ha rilasciato il pigmento per uso commerciale a giugno 2016.

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